L’infanzia italiana dei bambini maltesi

La televisione che arrivava a Malta era quella italiana. Negli anni Ottanta, durante l’ultima fase del potere di Dom Mintoff, la programmazione televisiva maltese era seriosa e molto limitata in termini di durata. Lo svago veniva quindi dall’Italia, per gli adulti come per i bambini.

 Arthur giace su Georgie a fin di bene

C’era anche la questione delle limitazioni alle importazioni, e quindi anche ai televisori a colori permessi sull’isola. Il governo ne faceva entrare nel Paese una quantità predefinita e ne distribuiva diverse quote ai vari negozi, fornendo ai titolari una lista già stabilita degli acquirenti. Ad ogni modo – in bianco e nero o a colori – i bambini maltesi guardavano la tv italiana, e sognavano prodotti alimentari e giocattoli cui non avevano accesso. Un’intera generazione ha così avuto modo di praticare l’italiano come fosse una terza lingua, sebbene non ufficiale, dopo il maltese e l’inglese.

 Frame da uno spot anni Ottanta di televisori Nordmende 

 Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso

Introducendo la traduzione maltese del mio racconto Io e Arturo, Mark Vella ricorda proprio l’esistenza di quel flusso culturale che ha idealmente unito generazioni di bambini maltesi a quelli italiani (avvicinandoli tutti al Giappone). L’evento chiave del romanzo di Vella, X’Seta’ Ġralu Lil Kevin Cacciattolo? (“Cosa potrebbe essere accaduto a Kevin Cacciattolo?”, Merlin Publishers 2014) ha luogo una sera del 1984, quando la televisione italiana trasmette la scandalosa puntata di Georgie in cui il fratello si distende nudo su di lei malata per scaldarla, episodio che tiene incollati allo schermo anche i bambini di Malta. Se per la voce narrante di Io e Arturo Kiss me Licia segna gli ultimi passi prima dell’uscita dall’infanzia, la puntata “Il segreto svelato” di Georgie coincide con la scomparsa letterale del piccolo Kevin e la nascita del mistero che sarà il motore del romanzo.

 La Copertina del romanzo di Vella

Il racconto Io e Arturo è stato pubblicato da TgCom24 in occasione dei 35 anni della prima trasmissione in Giappone del cartone animato Ai shite Naito, (Amami cavaliere), che in Italia è diventato appunto Kiss me Licia. La traduzione maltese è stata pubblicata lo scorso settembre col titolo Jien u Arturo. _

2 risposte a “L’infanzia italiana dei bambini maltesi

  1. Io ho 53 anni e ricordo tutti i cartoni animati giapponesi, infatti il mio primo amore era Goldrake con la faccia bellissima di Actarus. Poi ci sono stati tutti gli altri che vedevo ogni giorno, La Candy Candy, Lady Oscar (il miei preferiti), Belle e Sebastienne, Chobin, Heidi…ahhh la lista non finische mai. Anche adesso gli guardo in prima mattina prima di andare al lavoro. Mi ricordano tanti bei momenti d’infansia….. Noi abbiamo sudiato l’italianio a scuola, la grammatica, ma era la televisione che ci insegnava a parlare la lingua, con espressione.Tutto era bellissimo…anche se era in bianco e nero per un bel periodo. La vita era piu bella…e non c’era ”wifi’ o il facebook. Ricordi che restano nell mio cuore per tutta la vita!

    • Goldrake è arrivato in Italia (e quindi anche a Malta) per primo, ma è il terzo capitolo della trilogia (costituita da Mazinga Z, Il Grande Mazinga e Goldrake, appunto).
      Actarus prima e Remi poi sono stati compagni dei miei pomeriggi.
      E’ stato bello scoprire questi tratti d’infanzia in comune con tutta una generazione di maltesi.

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