Ritorno al Blitz: il disagio dell’abbondanza

Cosa c’è di vero nei nostri desideri? Quanto del nostro desiderare una bella vita è plasmato dalla commercializzazione costante in cui la nostra cultura avvolge i nostri corpi, le nostre aspirazioni, le nostre identità? Sara Cwynar, nelle opere che compongono la mostra Good Life, affronta il concetto di verità visiva e decifra una realtà costituita da oggetti quotidiani e immagini riformulate da algoritmi, riproponendo visioni che a volte hanno l’effetto di veri e propri puzzle.

“E quale posto migliore di Malta per questa mostra? Qui il turismo commercializza lo spazio pubblico e l’archeologia. Mi è sembrato che il lavoro di Sara si riflettesse nella realtà dell’isola, e non solo” spiega la curatrice del Blitz, Sara Dolfi Agostini.

Chiusa l’esposizione Face with Tears of Joy, lo spazio espositivo nel cuore della Valletta ospita quindi adesso alcune opere della canadese Cwynar, graphic designer del New York Times e attualmente residente a Brooklyn.

 Sara Cwynar e Sara Dolfi Agostini con Tracy (Gold Circle) al Blitz

La complessità, la ripetizione e talvolta l’indecifrabilità delle immagini sono pienamente riflesse dai lavori che ritraggono Tracy. Nella prima, Tracy (Gold Circle), sguardo in camera e posa scomoda e innaturale, la modella trasmette un disagio che prosegue nell’affastellamento di immagini e oggetti sulla destra dell’immagine, dove le bidimensionalità sfida e annulla a tratti la percepita tridimensionalità del corpo di Tracy.

“Sara Cwynar dimostra a chi guarda come tutto ciò che siamo – e vogliamo essere – è soggetto a un processo di standardizzazione, nella sua rappresentazione” scrive Dolfi sulla mostra. “Questo è anche il risultato del fatto che la macchina fotografica non è capace di registrare i colori reali e i processi di stampa offrono spesso soluzioni inadeguate”.

 Sara Cwynar e Tracy (Grid 2)

Proprio su una griglia di colori ricavata da un vecchio manuale di stampa giace Tracy in Tracy (Grid 2). E sui colori Cwynar torna nelle sue tre rose, che sottolineano il ricorso a tinte commerciali standard e all’incapacità dell’occhio di distinguere ciò che è autentico in un mondo composto da simulazioni.

The Good Life è al Blitz fino al 20 settembre._

 

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