Ambiente, 134 proposte per fermare la devastazione di Malta

Neanche l’allarme pandemia è riuscito a fermare lo scempio edilizio del territorio maltese, mentre il governo si preoccupa di ingraziarsi ulteriormente i cacciatori con favori e concessioni.

LE PROPOSTE DI GRAFFITTI
Per fare fronte all’incessante attività dell’edilizia e alla scriteriata gestione della viabilità e dello spazio pubblico, sabato Moviment Graffitti ha presentato, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta davanti al Parlamento alla Valletta, 134 proposte volte a riformare il settore delle costruzioni e la pianificazione del territorio a Malta. Il lancio di questo documento arriva a poco più di un anno dalla protesta Iż-Żejjed Kollu Żejjed (“Quando è troppo è troppo”) del 7 settembre 2019 ed è il frutto di un anno di consultazioni con esperti e organizzazioni non governative.

I settori principali interessati dalla proposta di riforma sono:

  • le politiche di pianificazione e sviluppo territoriale
  • le autorità responsabili della pianificazione e dell’ambiente
  • le grandi opere
  • la regolamentazione del settore edile
  • la regolamentazione delle strade e dei trasporti
  • il rispetto per il paese e il suo ecosistema

Il documento è stato approvato da 23 gruppi, comprese organizzazioni sociali, culturali e ambientali, nonché associazioni di cittadini.

 Un’immagine della manifestazione del 7 settembre 2019

Oltre a danneggiare la biodiversità, e a sacrificare ambiente, spazio pubblico e risorse naturali, dalla protesta dell’anno scorso la spregiudicata politica ambientale maltese ha anche continuato a fare altre vittime, più immediate. Basti ricordare Miriam Pace, morta nel marzo di quest’anno nel crollo della sua abitazione, crollo dovuto ai lavori di edificazione circostanti. E poi ancora i cedimenti che hanno lasciato le persone senza casa nell’estate del 2019 e gli incidenti che hanno provocato la morte o il ferimento di molti operai edili nel corso degli anni. A questo si aggiunga l’onere psicologico e finanziario che la potente lobby dell’edilizia lascia sulle spalle delle vittime.

 Immagini della manifestazione di sabato scorso, nel rispetto delle misure anti Covid-19

Questa la premessa al documento di 40 pagine con le 134 proposte, che spaziano dai diritti solari delle proposte 121 e 122 (risarcimento ai residenti per la perdita di luce solare nelle loro case a causa dei nuovi edifici; obbligatorietà dell’installazione di sistemi solari come pannelli fotovoltaici e scaldacqua solari per tutte le nuove costruzioni) alla creazione di una rete di piste ciclabili e anche di piste calpestabili: marciapiedi accessibili e sicuri per chi decida di muoversi camminando. E poi ancora il miglioramento del trasporto pubblico; la fine della delirante pretesa di reclamare territorio al mare attraverso i detriti e i rifiuti dell’edilizia; una limitazione ai permessi di costruzione accordabili in una determinata area. E ancora la rivendicazione dei diritti dei lavoratori del settore edilizio e dei cittadini danneggiati dall’attività dei costruttori.

“Le risorse naturali di Malta sono tenute in considerazione solo nella misura in cui possono generare profitto” si legge nel documento che ricorda che, con un totale del 33% del territorio completamente urbanizzato, Malta è il Paese col maggior tasso di edificazione nell’UE. Aria e acqua vengono inquinate senza farsi scrupoli, interi ecosistemi sono cancellati dal cemento, la fauna selvatica si sta impoverendo con un crollo vertiginoso degli esemplari presenti. “Questa miopia sta adesso danneggiando la nostra salute. Circa 600 persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico. Ogni giorno si registrano cinque nuovi casi di asma cronica. La nostra salute mentale soffre, con stress e ansia a livelli record”.

Malta insomma sembra rappresentare, in scala e con un lieve anticipo, la direzione presa dal pianeta verso il punto di non ritorno.

Qui il documento con le proposte:  http://admin.movimentgraffitti.org/kosmos/pages/GuMRmJd6N718.pdf

IL GOVERNO CEDE DUE BOSCHI AI CACCIATORI DI FKNK La firma, venerdì a porte chiuse, del documento che cede ai cacciatori il controllo dei due boschi. Ph: MaltaToday

Nel frattempo venerdì scorso, a porte chiuse e senza invitare la stampa, il governo maltese ha firmato un documento che affida ufficialmente all’associazione di cacciatori FKNK due importanti territori boscosi dell’isola a Miżieb e Aħrax. Quella dei cacciatori è un’altra potente lobby che a Malta incontra da sempre il favore della politica. Quest’anno, nonostante la pandemia, la caccia a Malta totalizzerà circa sei mesi di apertura, con la stagione autunnale, iniziata il primo settembre, che si proptrarrà fino al 31 gennaio 2021. _

 

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