Fratello e sorella della danza maltese

Il corpo di Malta si muove con un cuore cosmopolita: è quello della compagnia nazionale di danza, lo ŻfinMalta.

Fin dalla sua fondazione, nel dicembre 2014, la compagnia si è posta l’obiettivo di rinnovare la concezione della danza contemporanea nelle isole maltesi, lavorando con artisti, ballerini e coreografi locali e stranieri, ma tutti a un altissimo livello professionale.

 

Nel corpo di ballo ci sono attualmente tre ballerini maltesi, ma anche due belgi, una catalana, un tedesco, un francese, due ballerine olandesi, una britannica. Il direttore artistico è l’italiano Paolo Mangiola che – dopo aver lavorato per il Royal Ballet di Londra, il bavarese Tanztheater Nürnberg, l’Aterballetto di Reggio Emilia e il Balletto di Roma – è approdato sull’isola nel 2017 per inaugurare il suo lavoro maltese con opening ceremony di Valletta 2018.

 Paolo Mangiola, il direttore artistico

Fra i tre maltesi del corpo di ballo, un fratello e una sorella, Keith e Nicola Micallef. Un legame speciale con una storia tutta maltese.

Keith, classe 1993, il secondo di tre figli di una coppia di insegnanti con la passione per a musica, racconta che, nonostante sia maggiore di Nicola, è stato lui inizialmente a seguirla nel mondo della danza, che lei ha cominciato a praticare giovanissima, a 3 anni circa. Così, superati gli iniziali timori di subire un certo bullismo in quanto maschio, a 12 anni ha scelto danza fra le attività scolastiche. Da lì, il percorso che lo ha portato a diventare un ballerino professionista e a far parte del corpo di ballo dello ŻfinMalta fin dalla sua formazione, nel settembre 2014.

«A scuola non è avvenuto nulla di quello che si poteva temere. I compagni sono stati molto incoraggianti, anche se ero l’unico maschio a fare il ballet. Poi mi sono iscritto a una vera scuola di danza e così è iniziata la mia carriera». Insomma, nessun ostacolo à la Billy Elliot nella sua vita, ma riconosce l’esistenza di un forte scarto numerico fra maschi e femmine nel mondo del balletto. «Che però negli ultimi dieci, dodici anni si è progressivamente ridotto».

Da un paio d’anni, Keith ha lasciato la casa di famiglia a San Ġwann per andare a vivere alla Valletta con la compagna britannica, anche lei una ballerina della compagnia.

Di sei anni più giovane del fratello, essendo nata nel 1999, Nicola ammette: «Anche se ho avuto un contatto con la danza prima, è stato lui a iniziare a studiarla e praticarla a un livello professionale mentre io ero ancora a scuola». Nel 2017 anche lei si unisce alla compagnia.

«Lavorare con tuo fratello crea una dinamica davvero speciale. Ma ero la più giovane, a soli 18 anni a fronte di una media di circa 27 anni. Inoltre Keith era un veterano, essendoci fin dall’inizio. Avevo paura di restare “la sorella di”. E invece non è stato così. Inoltre la danza mi è servita a crescere e a capirmi» racconta Nicola, felice di vivere in un’epoca in cui anche a Malta la danza è una possibilità professionale.

Ancora giovanissima, oggi sogna un’esperienza all’estero, anche per una crescita personale, oltre che artistica. «Mi piacerebbe andare e poi forse un giorno tornare a Malta, e magari trovare una situazione ancora migliore per il mondo della danza».

 Gli altri membri della compagnia ŻfinMalta 

Il prossimo evento dello ŻfinMalta,Threaded Fine, avrà luogo il primo febbraio al Valletta Campus Theatre a pertire dalle 16 con la coreografa Rosemary Lee._

 

Leggi anche:

Sullo scrittore di Arancia meccanica Le disavventure maltesi di Anthony Burgess
Sulla tv italiana L’infanzia italiana dei bambini maltesi
Su Lara Dimitrijevic La condizione delle donne a Malta – intervista

 

Senza categoria tag: , , , , , , , , , , , , ,

Informazioni su Irene Chias

Irene Chias è siciliana. Dopo aver lavorato per anni come giornalista in Francia e a Milano, si è trasferita a Malta. Nel 2010 è uscito il suo romanzo "Sono ateo e ti amo" (Elliot 2010; Laurana 2022). Nel 2013 è stato pubblicato "Esercizi di sevizia e seduzione" (Mondadori), vincitore nel 2014 del Premio Mondello Opera Italiana e del MondelloGiovani e tradotto in maltese col titolo "Mur Ġibek". Del 2016 è "Non cercare l'uomo capra" e del 2020 "Fiore d'agave, fiore di scimmia" (Laurana), anch'esso in corso di traduzione. I suoi racconti sono apparsi su Nuovi Argomenti, Granta Italia, Nuova Prosa, su diverse antologie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *