Malta, Gozo, Comino. Ma l’arcipelago maltese non finisce qui. C’è anche Filfla, l’isolotto mistico pregno di storia e natura situato a sud-sud-ovest dell’isola principale.
Vecchie mappe mostrano la presenza di una chiesetta su quello che apparrebbe poco più che uno scoglio. Si tratterebbe di una piccola cappella realizzata come ex voto dentro una grotta per conto di un navigatore che vi fece naufragio a metà del ‘300. Tuttavia, verso la fine del ‘500 il parroco, esasperato da quel complicato andirivieni e dall’isolamento, la fece sconsacrare.
Durante la peste del 1813 vi trovò rifugio la famiglia di Ġanni Attard che vi sopravvisse fino al rientro dell’emergenza. Nel corso della seconda guerra mondiale fu invece raggiunta a nuoto da un soldato tedesco il cui aereo era stato abbattuto sul mare. L’aviatore venne poi recuperato da un commilitone.
In tempi recenti, nel 2019, Filfla ha ispirato l’omonimo corto di animazione la cui narrazione parte da una presunta leggenda secondo la quale essa è formata dalle macerie di un villaggio popolato da creature malvagie che ancora oggi la notte rapiscono i bambini. Una donna si reca quindi nella misteriosa isola alla ricerca di un ragazzino scomparso.
Il nome deriva probabilmente dall’arabo فلفل (falifuli) che significa peperoncino e che si ricollegherebbe alla conformazione che l’isoletta aveva prima che affondasse in parte nel terremoto del 1856 e soprattutto prima che gli inglesi iniziassero a bombardarla per esercitazioni militari, pratica che durò per circa duecento anni e che progressivamente danneggiò flora e fauna endemiche distruggendo anche circa due terzi della struttura originaria. I bombardamenti vennero proibiti nel corso degli anni Settanta. Dal 1988 è riserva naturale ed è vietato approdarvi come anche pescare in prossimità. Vi si trovano però ancora ordigni inesplosi.
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