Era solo questione di tempo, si sapeva. Ma è bastato a fare scattare nuovamente l’assalto ai supermercati, come riportano le testate maltesi.
Stamane era stato ufficializzato il primo caso di Covid-19 a Malta: si tratta di una dodicenne italiana adesso ricoverata al reparto malattie infettive dell’ospedale statale, il Mater Dei. La bambina era tornata sull’isola dal Trentino con la famiglia martedì scorso via Roma. Nel pomeriggio è stato comunicato che anche i genitori sono risultati positivi al tampone.
Dopo la conferma dei casi, è nato un disaccordo fra il ministro della Salute Chris Fearne e il primo ministro Robert Abela che, invece di fare tesoro dell’esperienza dei vicini italiani, rifiutandosi di fermare i voli dal nord Italia è sembrato non voler ammettere la gravità dell’epidemia che potrebbe far collassare il sistema sanitario maltese.
Per far fronte all’enorme mole di chiamate, le autorità si sono trovate costrette a istituire un nuovo numero collegato al coronavirus, il 111. Sulla pagina Facebook dell’ Emergency Department si legge infatti: Per favore, evitate di chiamare il 112 se non si tratta di una reale emergenza. Evitate di andare dal medico curante, in ambulatori o al pronto soccorso. Per aiuto chiamare 111.
Cosa è stato, in questi giorni, essere italiani a Malta in tempo di Coronavirus? Si è vissuto per giorni, settimane, questa doppia dimensione: da un lato le drastiche e necessarie misure in Italia, con le notizie provenienti da “casa” che si susseguivano martellanti, giorno dopo giorno sempre più drammatiche; dall’altra la normalità apparente dell’isola, dove si sono continuate regolarmente tutte le attività. L’editoriale sul Corriere di Malta._
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