È il quarto annuncio di nuove misure dalla comunicazione della chiusura ai viaggi da e verso l’Italia avvenuta nella notte fra lunedì e martedì scorsi, dopo la diretta lunedì sera del presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, che se non altro ha avuto l’effetto di dare una svegliata alle autorità maltesi.
Dopo la conferma del nono caso, sono stati annunciati i nuovi provvedimenti che includono la chiusura di scuole e università per una settimana a partire da domani (ma già oltre la metà degli studenti aveva iniziato a disertare le lezioni); il premier maltese Robert Abela ha anche esortato alla cancellazione di tutti gli eventi di massa, quella che sembra una marcia indietro rispetto ai limiti assolutamente insensati annunciati precedentemente per gli assembramenti: 2.000 persone all’aperto e 750 al chiuso.
Queste misure si aggiungono a quelle di ieri: la chiusura a Francia, Germania, Spagna e Svizzera e all’istituzione della quarantena obbligatoria per chi è venuto da questi Paesi e dall’Italia, laddove prima per chi arrivava dal nostro Paese era blandamente esortato a una quarantena facoltativa.
L’impressione di stare sempre un po’ indietro rispetto ai fatti però resta, almeno per noi italiani di Malta, che purtroppo viviamo attraverso i nostri cari il racconto di cosa potrebbe accadere anche qui fra una decina di giorni. Il problema però non è limitato a Malta. La hybris dei potenti e la strafottenza di parte della popolazione tradiscono egoismo e illusione di invulnerabilità a tutti i livelli. Non ci sono allarmi Oms che tengano davanti a una spavalderia che spinge ancora alcuni Paesi a parlare di “casi importati” e “problema altrui”.
Il Corriere di Malta ha lanciato ieri una petizione per richiedere il lockdown di Malta sul modello italiano, senza aspettare che si verifichi quanto avvenuto già in Italia.
“Non è il tempo della timidezza o del calcolo economico” dice il testo della raccolta di firme, che in qualche ora ha superato le mille adesioni.
Malta inoltre ha la densità di popolazione maggiore di tutta l’Unione europea, circa 1.400 abitanti per chilometro quadrato: l’impatto del virus potrebbe essere più grave e l’epidemia più ingestibile che altrove.
Come per molti altri italiani all’estero quindi anche per noi a Malta regna questa sorta di dislivello percettivo sulla gravità del problema almeno dalla fine di febbraio. Siamo un po’ tutti delle Cassandre derise, oltre che inascoltate. Ma la presa in giro tende nostro malgrado ad affievolirsi alla luce degli eventi, che anticipano sempre le contromisure adottate dalla politica, laddove potrebbero benissimo semplicemente non avere luogo se i governi mondiali guardassero con più attenzione all’Italia e a suoi attuali guai.
Mio fratello l’altro giorno mi ha ricordato un adagio che mia nonna amava ripeterci: Saggio è colui che a spese d’altri impara. Che sarebbe per altro anche il principio alla base dell’evoluzione umana: la trasmissione del sapere.
Ma pare che allo stato attuale di leader politici saggi non ce ne siano poi tanti.
Il collegamento con la trasmissione di TgCom24 Dentro i fatti di mercoledì pomeriggio, superato dagli eventi, ma ancora non nella sostanza, in assenza di un lockdown.
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Aggiornamento:
Stamane, sabato 14 marzo, Abela ha tenuto un’altra conferenza stampa. Sono sempre di più i cittadini che chiedono un lockdown, ma il primo ministro ha detto candidamente che non ci sarà alcuna ulteriore chiusura e continuato con gli inconsistenti appelli contro il panico, appelli che ormai, per chi conosce la situazione della vicinissima Italia, non possono che ottenere l’effetto opposto.
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