“Malta è una pentola a pressione priva di valvola”.
Le isole maltesi hanno una popolazione ufficiale di oltre 450.000 abitanti (460.297 secondo il Calendario Atlante DeAgostini 2019), per una densità di popolazione di quasi 1.500 abitanti per km2 (1.460 ab/km2). Inoltre, il crescente afflusso di lavoratori stranieri potrebbe portare la popolazione a crescere fino a 700.000 abitanti e la densità a 6.700 ab/km2 entro un decennio. Cifre che non tengono conto di abitanti temporanei come l’enorme mole di turisti che in ogni periodo dell’anno arrivano ad assediare i luoghi più suggestivi delle tre isole (Malta, Gozo, Comino).
In una tale situazione è chiaro che lo spazio vitale di ciascun essere umano risulta drasticamente ridotto, specie in una cultura che disconosce il mezzo pubblico e sembra considerare indispensabile il possesso di un’automobile, con le conseguenti congestioni della mobilità. I piani alti della politica beneficiano del consenso garantito da un’espansione economica mai vista prima nella storia di una terra povera di risorse, e sembrano non avere alcuna intenzione di fare scelte impopolari, come imporre un numero chiuso alle auto o una più severa regolamentazione all’edilizia.
Una soluzione l’aveva proposta l’anno scorso un sociologo maltese, Godfrey Baldacchino, dalle colonne del Malta Today: Compriamo dall’Italia l’isola di Pantelleria.
La meravigliosa isola vulcanica a vocazione agricola con 7.000 abitanti e una distanza dalle coste maltesi di 240 km (130 miglia nautiche), la perla nera del Mediterraneo, ruvida e difficile, dovrebbe quindi diventare uno sfogo della sovrappopolata Malta, a sua volta una bellssima isola che però ha immolato se stessa sull’altare del Pil, dell’edilizia, dello sviluppo a tutti i costi.
Successivamente a una nostra conversazione telefonica e alla pubblicazione di un mio articolo sul tema sulle pagine siciliane di Repubblica, sono andata incontrare Baldacchino all’Università ta’ Malta. Il sociologo mi ha raccontato che la sua idea è nata da una rilettura del libro di Braudel, Il Mediterraneo, in cui si faceva riferimento all’arcipelago siciliano come a quell’insieme di isole che si estendeva dalle Eolie alle Kerkenna, includendo anche le isole maltesi.
“Non c’erano Stati, solo un’identità culturale che poi è stata spezzata e differenziata da casualità storiche”.
E così Baldacchino ha riflettuto sulle affinità culturali con Pantelleria. Innanzitutto la lingua, che fino al diciottesimo secolo era un dialetto siculo-arabo molto simile al maltese. E poi una storia di dominazioni in buona parte comune: i romani, gli arabi, i normanni, gli aragonesi.
“Malta è una pentola a pressione senza valvola”, sottolinea. E l’eventuale acquisto di Pantelleria potrebbe garantire lo sfogo necessario ed evitare quell’esplosione cui Malta sembra destinata.
Il passaggio all’euro ha evidenziato come i maltesi fossero risparmiatori occulti. “È venuta fuori tantissima liquidità in lire maltesi che le persone tenevano a casa e non in banca”, ricorda. “Malta è ricca, anche perché il debito pubblico maltese è in mano soprattutto ai risparmiatori maltesi, non a Paesi esteri”.
Pantelleria d’altra parte è l’isola dell’isola. È alla periferia di una Sicilia che, insieme al resto del Sud Italia, fa sempre più fatica, da cui si registra una continua e mortificante migrazione di intere generazioni. Raggiungerla è complicato e faticoso. Forse anche per questo le reazioni dei panteschi alla proposta di Baldacchino non sono state negative.
L’accademico fa riferimento ai precedenti storici citando i casi della Louisiana e dell’Alaska che gli Stati Uniti acquistarono rispettivamente da Francia e Russia. Ma quando si tratta di prendere l’iniziativa si schermisce, e non a torto. “Non sta a me, non ho alcuna funzione politica, non ho alcun ruolo. A questo punto sarebbe bene che i panteschi avanzassero le loro proposte con prospettiva di sostenibilità”. E chiude ricordando: “Malta ha un sacco di soldi da investire”._
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