Sono 2776 i casi in totale, di cui 676 attivi e 22 morti, un numero – quest’ultimo – più che raddoppiato in meno di un mese. E Malta decide di lanciare l’app Covid Alert. Con gli inevitabili limiti del caso – fra privacy, limiti tecnici e libertà di scaricare o meno il programma sul proprio smartphone – l’app consentirebbe di essere informati se si è stati in prossimità di qualcuno che è risultato positivo al virus.
Lanciata venerdì dal ministro della Salute Chris Fearne e dal sottosegretario all’economia con delega all’economia digitale Clayton Bartolo, l’app non fa uso di servizi di localizzazione o tracciamento GPS, ma si basa esclusivamente sul Bluetooth per rilevare utenti positivi nelle vicinanze.
Ovviamente è una strategia che non può andare sostituire il tradizionale tracciamento dei contatti, dato che implica che un soggetto positivo al covid abbia scaricato a sua volta il programma.
Dopo la gestione leggera dell’emergenza che ha caratterizzato le scelte politiche dall’inizio dell’estate, una parte dell’esecutivo sembra voler correre ai ripari. Tuttavia, il richiamo dell’economia è forte. Difficile fermare e anche semplicemente controllare in modo efficace attività turistiche e ricreative. Nel tentativo di arginare le conseguenze della pandemia sull’economia, a luglio il governo ha anzi inviato a tutti i residenti dei buoni del valore complessivo di 100 euro, 80 dei quali (i quattro buoni rossi da 20 euro ciascuno) da utilizzarsi per lo più in ristoranti, bar, spa e strutture ricettive varie.
Ma se è difficile servire due padroni contemporaneamente, in questo caso salute ed economia, sembra quasi impossibile combattere due nemici, pandemia virale e crisi economica.
Tutto lascia pensare che a Malta, come in moltissime altre località che fanno del turismo uno dei pilastri della propria economia, per arginare il rischio sarebbe bastato rinunciare a una stagione turistica, o quantomeno consentirla ma con criterio: tamponi obbligatori e un minimo di quarantena. Probabilmente non sarebbe stato pienamente sufficiente, avrebbe consentito però di contenere i danni. Ma imporre i tamponi ai turisti in arrivo sarebbe sembrato scoraggiante.
Mercoledì scorso si sono registrati 106 nuovi casi in un solo giorno, su una popolazione di neanche 450.000 e con una densità pericolosissima, la maggiore di tutta l’Unione europea.
L’app sembra un modo tardivo e dubbio di cercare di limitare i danni. Secondo quanto stabilito dal Ministero della Salute, per essere segnalata come fattore di rischio, la prossimità col soggetto positivo deve essere avvenuta per più di 15 minuti ad una distanza inferiore a 2 metri. Ma gli smartphone, agendo attraverso il Bluetooth, non possono misurare la distanza alla quale avviene il contatto. L’app stima questa distanza sulla base dell’attenuazione del segnale.
I programmatori ammettono che non può che essere una stima approssimativa. In ogni caso, in un momento come questo, e in un contesto in cui per buona parte regna un leggiadro quanto potenzialmente mortale negazionismo, anche un’app imprecisa è meglio di niente. È disponibile in inglese e maltese e scaricabile su iPhone e dispositivi Android._
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