Nonostante l’avvio della procedura d’infrazione da parte della Commissione europea lo scorso ottobre, Malta non ha alcuna intenzione di rinunciare alla redditizia vendita di passaporti e il governo si prepara a raggirare (ulteriormente) la normativa che prevede la pubblicazione dei nomi di chi acquisisce la cittadinanza. Adesso, grazie a un emendamento alla legge, la pubblicazione dei nominativi sarà a piena discrezione del ministro degli Interni.
Insomma, il responsabile del dicastero può – per “ragioni di sicurezza” – decidere di non rendere noti i nomi di coloro che, come recita l’eufemistica formula, ottengono il passaporto maltese grazie ai loro “servizi eccezionali”, come prevede il Citizenship for Exceptional Services Regulations, che nel corso del 2020 ha preso il posto del famigerato Individual Investor Programme.
Una modifica molto grave alla normativa, nonché l’ennesima scelta di opacità da parte del governo maltese, davanti a un’Europa che ricorda con preoccupazione che i sistemi di golden passport aumentano i rischi di riciclaggio di denaro sporco e di corruzione. Tuttavia, il primo ministro maltese Robert Abela ha affermato che Malta “è disposta a intraprendere le vie legali” necessarie per difendere il “programma investitori”, un sistema che permette di fatto l’acquisto della nazionalità maltese, e quindi europea.
In base alle norme attualmente in vigore, tutti i nomi delle persone a cui è stata concessa la cittadinanza mediante registrazione o naturalizzazione devono essere pubblicati nella Gazzetta ufficiale. Però – come ricorda il MaltaToday – già nel 2014 le liste venivano pubblicate in maniera fuorviante e di complicata consultazione: invece di essere elencati in ordine alfabetico per cognome, i nominativi hanno cominciato ad apparire per “nome di battesimo”.
Fra i “servizi eccezionali” che garantiscono la cittadinanza maltese, ci sono: l’esborso di 600.000 euro se si risulta residenti da tre anni; di 750.000 euro se si è residenti da un anno; 50.000 euro se si è un familiare a carico dei casi sopra citati.
Resta ancora non specificato quali possano essere le “ragioni di sicurezza” a giustificazione di questo sacrificio della trasparenza.
AGGIORNAMENTO
A seguito delle critiche sulla decisione, il governo ha annunciato il 30 dicembre il ritiro della nuova norma per dare “un altro segnale di trasparenza”. Una dichiarazione contestata dal Partito Nazionalista, all’opposizione, secondo cui – come riporta il Times of Malta – gli “acquirenti” del passaporto rimarranno comunque nascosti in lunghe liste dei nomi di quanti hanno acquisito la cittadinanza maltese attraverso strade meno controverse, come naturalizzazione e matrimonio. Inoltre gli elenchi vengono pubblicati a più di un anno dall’acquisizione della cittadinanza. Ad esempio, i nomi di coloro che sono diventati cittadini nel 2019 devono ancora essere pubblicati.
Se il governo avesse davvero voluto la trasparenza – secondo il ministro ombra per il buon governo Karol Aquilina – avrebbe accettato il suggerimento del PN di pubblicare l’elenco di coloro che hanno acquisito la cittadinanza ogni tre mesi, come si faceva fino al 2013._
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