Malta come metafora: la stanza dello scirocco

Nella sua lunga intervista a Leonardo Sciascia, la giornalista francese Marcelle Padovani riporta con curiosità quanto raccontatole dallo scrittore riguardo all’esistenza, nelle vecchie case siciliane, della stanza dello scirocco.

Bagnanti serali in città nella baia di Balluta, St Julian’s (San Ġiljan)

Nel colloquio – pubblicato da Mondadori col titolo La Sicilia come metafora nel 1979, otto anni prima che la polemica sui professionisti dell’antimafia creasse una distanza incolmabile fra la giornalista francese e lo scrittore, e dieci anni prima della morte di quest’ultimo – Sciascia narra di questa “stanza speciale”, “senza finestre, senza alcuna comunicazione con l’esterno se non una porta stretta che dava su un corridoio interno, e dove si confinava la famiglia in cerca di un asilo sicuro contro il vento”. Camere umide e non ventilate dove i nobili potevano ripararsi dall’afa proveniente da sudest, cui ovviamente l’architettura degli ultimi secoli ha smesso di provvedere.

Ma come vive la Malta dei ricchi, più meridionale della Sicilia e più esposta ai venti in quanto piccola isola, senza prevedere stanze dello scirocco nei suoi lussuosi e modernissimi (anche perché in edificazione continua) palazzi sea-front di Sliema o St Julian’s?

È presto detto: nel 2017 Malta ha registrato il più alto consumo di energia primaria nell’Unione europea, secondo dati pubblicati nel febbraio di quest’anno. Eurostat riporta che il consumo fra il 2016 e il 2017 è aumentato del 13%. Non è difficile attribuire buona parte di questo incremento a dispositivi di raffreddamento ambientale. Tuttavia, che Malta sia fra i Paesi più a sud dell’Ue – e soprattutto che, come buona parte della Sicilia, sia totalmente carente di una cultura del riscaldamento – si può vedere dal fatto che il consumo finale pro capite di energia, sempre secondo quanto riportato da Eurostat, resta fra i più bassi: se da un lato l’uso dell’aria condizionata non è più scriteriato che, ad esempio, a Milano, dall’altro in quasi tutte le case mancano i termosifoni e, come in molte abitazioni siciliane, d’inverno si sta al freddo a all’umido.

Ricordo un amico maltese conosciuto a Roma tanti anni fa, John, che adesso fa il medico in Australia. Negli anni Novanta John aveva già viaggiato in giro per l’Europa. “Eppure – disse – non ricordo di aver mai sentito tanto freddo quanto in una casa maltese in inverno”._

Consumo finle di energia da parte delle famiglie pro capite – in corrispetivi kg di petrolio. L’indicatore misura quanta elettricità e riscaldamento ogni cittadino consuma a casa, è esclusa quindi l’energia usata per il trasporto. Si considera solo l’energia usata dal consumatore finale – fonte Eurostat (cliccarci su per vedere meglio il grafico).

[Foto dell’autrice tranne quando diversamente indicato]

 

 

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