Un blackout a due giorni da Natale ha reso ancora più irreale l’atmosfera che regna a Malta da quando esponenti del governo sono stati chiamati in causa nelle indagini sull’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia.
Un’immagine scattata lo scorso 8 dicembre che racchiude i simboli di questa stagione per Malta: gente in protesta davanti al governo con bandiere maltesi e cartelli, un albero di Natale, la statua di Mintoff, l’onnipresente gru (e la luna)
Come già successo a fine novembre, anche il 23 dicembre le isole maltesi si sono quasi interamente ritrovate senza energia elettrica. Una circostanza che già il 26 novembre – mentre la nazione stava col fiato sospeso a seguire gli sviluppi delle indagini – aveva contribuito ad acuire il clima di tensione e di sospensione che regnava sull’isola.
Oggi molte attività commerciali sono state chiuse, come era accaduto a novembre. Il mese scorso anche eventi di altro tipo sono stati cancellati in attesa degli sviluppi politici e giudiziari: il National Book Council ha annullato la cerimonia del conferimento del National Book Prize 2019 in programma per il 9 dicembre proprio a causa della “pesante ombra” sul gabinetto del primo ministro, con il coinvolgimento del suo capo, Keith Schembri, nelle indagini sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia; ed HSBC “preoccupata dall’attuale clima politico” ha annunciato la cancellazione della sua festa di Natale, sottolineando che per l’istituto bancario “non è una situazione normale”.
Secondo quanto riferito da Enemalta, a determinare la sospensione del servizio di fornitura elettrica sono stati problemi al cavo di interconnessione fra Malta e la Sicilia, colpita dal maltempo.
Il clima politico da resa dei conti si accompagna quindi a disagi materiali causati dalla chiusura di attività commerciali e da semafori fuori uso e aggrava sull’isola quell’atmosfera irreale che preoccupa anche l’Ordine maltese degli psicologi e la Richmond Foundation, organizzazione che offre supporto alle persone che hanno problemi di salute mentale e che si è detta profondamente preoccupata per l’effetto “a lungo termine” che la situazione sta avendo su molte persone e, appellandosi alle istituzioni, ha invocato un “urgente ritorno alla normalità”.
L’allarme sulla salute mentale dei maltesi in relazione alle vicende politiche ripreso da Il Venerdì di Repubblica del 20 dicembre.
“Il fatto che le stesse strutture che formano parte integrante di uno stato sicuro e stabile siano messe in discussione a livello locale e internazionale sta facendo sentire le persone in pericolo”.
In una circostanza inusuale per Malta – dove i due principali partiti sono di fatto gli unici due che si avvicendano al governo dell’isola e riflettono quasi nettamente la realtà del Paese – nelle ultime settimane è sceso in piazza a protestare contro questo governo anche chi si riconosce a sinistra. In una lettera indirizzata al governo, diverse personalità e organizzazioni che “si identificano con valori socialisti, di sinistra o progressisti” si dicono indignate. Contro il governo non si sono schierati insomma soltanto i tradizionali antagonisti del Labour, i nazionalisti, ma anche e soprattutto quella parte della società civile, progressista e di sinistra, che si sente tradita dalla condotta dell’esecutivo. Una sinistra che chiede le dimissioni del governo e in una lettera richiede dei cambiamenti fondamentali nella gestione della cosa pubblica._
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