L’unico caso di Covid 19 registrato con le analisi concluse nel corso delle notte fra sabato e domenica porta il totale dei contagi noti a 427, di cui tre morti e per fortuna ben 118 guariti. Quindi i casi attivi appurati sono 306 e in due di questi casi i pazienti sono in terapia intensiva.
L’ultimo tampone risultato positivo è quello di una cittadina serba 29enne impiegata a Malta e che a quanto pare, nonostante presentasse sintomi, è andata a lavorare. Adesso si stanno cercando tutte le persone con cui la donna è entrata in contatto.
La soprintendente alla salute pubblica Charmaine Gauci ha dichiarato che il numero dei tamponi effettuati nella giornata di ieri è minore rispetto a quello dei giorni precedenti poiché molte persone attese per il test non si sono presentate all’appuntamento. Le autorità hanno contattato quanti erano attesi e non sono stati ancora esaminati per conoscere le ragioni della loro assenza.Costoro dovranno comunque essere sottoposti al test.
Gauci ha detto anche che quando il numero dei contagi si sarà stabilizzato, le misure di sicurezza cominceranno a ridursi gradualmente. Ricordiamo che a Malta non c’è mai stato un vero e proprio lockdown generale, e che i provvedimenti attualmente in vigore prevedono un effettivo isolamento per quanti rientrano nelle categorie vulnerabili, come anziani oltre i 65 anni, donne incinte e persone affette da particolari patologie; divieto di raggrupparsi in più di tre persone e la chiusura di diverse attività commerciali ritenute non essenziali.
Al dramma dei residenti per il Covid-19 si aggiunge quello dei migranti in mare: cinque persone a bordo di un’imbarcazione bloccata a largo di Malta sono state infatti trovate morte la scorsa settimana. La ONG Alarm Phone è stata la prima ad comunicare via Twitter la notizia, poi confermata dall’organizzazione internazionale per i migranti, affermando che Malta è “responsabile delle morti e del respingimento dei sopravvissuti di guerra, stupri e torture”.
I 51 superstiti intercettati da una nave commerciale sono stati consegnati alla guardia costiera libica. Come l’Italia, anche Malta ha infatti dichiarato i propri porti chiusi allo sbarco dei migranti, essendo concentrata sul contenimento dell’epidemia.
Dalla sua pagina Facebook, il ministro degli esteri Evarist Bartolo ha avanzato quella che ha definito “una modesta proposta” relativamente all’emergenza umanitaria in Libia: una missione umanitaria per aiutare i libici e i migranti in Libia sotto forma di un pacchetto UE di almeno 100 milioni di euro in alimentari, aiuti, forniture mediche e attrezzature.Questo non è il momento delle mezze misure.Malta è pronta a fare la sua parte, ma sia chiaro che questa sfida continentale richiede una risposta continentale. Se Malta viene lasciata sola contro questa crisi di enormi proporzioni, persone fra cui bambini, donne incinte e vittime di stupro, moriranno. Un’isola grande come una piccola città europea non può essere chiamata a risolvere da sola, nel mezzo di una pandemia, l’effetto dei passi falsi dell’europa, in Libia e sull’immigrazione._
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