Il governo maltese ha iniziato una serrata offensiva mediatica sul Central Link Project, sostenendo che il progetto infrastrutturale di ampliamento strade non comporterà abbattimento di alberi in numero significativo e migliorerà anzi la qualità della vita di automobilisti e residenti, ma anche di ciclisti e pedoni. E farà bene anche all’ambiente, riducendo del 13% le emissioni di diossido di carbonio.
Uno dei cartelli della protesta: “Tagliate le macchine, non gli alberi”. Foto circolata su Facebook
Nel video proposto dal ministero non si vedono però le “piste ciclabili” già realizzate e le inquadrature abbracciano campi coltivati e addirittura qualche viale alberato. Malta nelle immagini sembrerebbe quasi un paradiso, almeno in confronto a quello che è nella realtà. Ma sono in tanti a non credere che sia come dice il governo, e domenica 28 luglio, rispondendo all’appello di un gruppo di studenti, in oltre mille si sono riuniti lungo la strada fra Ħ’Attard e ir-Rabat per legarsi agli alberi e protestare contro il loro abbattimento dovuto all’ampliamento della via. Una manifestazione spontanea e totalmente apartitica, circostanza importante in una realtà come quella maltese, in cui il discorso pubblico è fortemente polarizzato fra i due grandi partiti che dominano da sempre la scena politica.
Altro cartello: “Se credi davvero che l’economia sia più importante dell’ambiente, prova a trattenere il respiro mentre ti conti i soldi”. Foto Malta Today
Per quanto risulti difficile, si può forse tentare di credere al ministero, ma l’isola è oggettivamente ostaggio di cantieri inquinanti (anche acusticamente) e non tutti finalizzati a far fronte all’enorme mole di auto private che assediano le vie, il respiro e la civiltà maltesi.
Polemica fra il Comune di Modica e la compagnia di navigazione maltese: l’articolo
Resta poi il fatto che Malta è talmente povera di verde – e anche di un contatto con la realtà rurale – da avere una totale dissonanza nella percezione iconografica rispetto alla vicina Sicilia, territorio a sua volta tutt’altro che immune ad abusi edilizi e scempi paesaggistici. Una prova della fame di immagini agresti dei maltesi è la recente polemica fra il sindaco di Modica e la Virtu Ferries, società che gestisce il servizio di trasporto con catamarano sulla tratta Valletta-Pozzallo. Quella che per la compagnia di navigazione è una splendida foto raffigurante un aspetto del bellissimo territorio siciliano, per il comune non rappresenta altro che un branco di vacche smagrite che vorrebbero riportare in auge vecchi stereotipi.
La seconda isola maltese, Gozo, è invece ancora legata alla sua realtà agricola e capre, pecore e galline sono animali quotidiani e non roba da zoo. Tuttavia l’espansione edilizia sta decollando anche lì: progetti di hotel, palazzine di appartamenti venduti su carta e la minaccia dell’imminente tunnel sottomarino._
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