Malta, quando l’oscenità negazionista ha il volto della legge

L’anno a Malta, un Paese già non particolarmente sollecito nei confronti dei diritti delle donne, è iniziato nel peggiore dei modi: il brutale omicidio di una donna che ha fatto seguito alla violenza sessuale ai suoi danni. Alla madornale gravità dell’accaduto si aggiunge poi l’onta di forze dell’ordine che sembrano non sapere di cosa parlano.

Una cittadina depone fiori sul luogo dell’omicidio

Non è ancora chiaro se per superficialità, ignoranza o pura malafede, la polizia ha avuto infatti l’ardire di definire l’accaduto, stupro e omicidio, “non violenza di genere”.

Paulina Dembska, cittadina polacca 29enne, trovata morta il 2 gennaio a Sliema, non aveva una relazione personale con il suo assassino. Era andata a dare da mangiare ai gatti dell’Independence Garden ed è incappata in colui che l’ha violentata e uccisa. Ma secondo le autorità non sarebbe stata presa di mira a causa del suo sesso. Ci sarebbe quindi da chiedere alle forze dell’ordine quali statistiche tengano nascoste sugli stupri perpetrati ai danni di cittadini di sesso maschile e sugli omicidi vi fanno seguito.

“Credo che la conferenza stampa di oggi, seguita dalla citazione in giudizio di Abner Aquilina, confermi l’ignoranza che persiste ai massimi livelli su cosa sia la violenza di genere” ha scritto il 13 gennaio sul suo profilo Facebook Lara Dimitrijevic, avvocata e ideatrice della Women’s Rights Foundation. “Non puoi dire  che il crimine non è legato al genere e nel giro di un’ora accusalo di stupro vaginale, anale e orale… uno stupro così brutale che di per sé mostra misoginia e odio.”

La conferenza stampa della polizia

Nei confronti del femminicida, il ventenne Abner Aquilina, sul quale è in corso una perizia psichiatrica, si sono già sentite alcune voci esprimere solidarietà in quanto egli stesso una vittima. Una solerzia di sospetta tempestività, quella solerzia che a Malta manca nei confronti delle vittime primarie di violenze a sfondo sessuale. A Malta dove lo stupro è stato considerato un act against modesty. “Fino al 2018, quando con la convenzione di Istanbul è stato rubricato fra i crimini contro la dignità della persona” ricorda Dimitrijievic.

Si ricordi che in Italia lo stupro è stato un delitto contro la moralità pubblica fino all’incredibilmente recente 1996, quando finalmente venne definito anche legalmente quello che è: un delitto contro la persona._

 La vignetta di Michele Benincasa sull’accaduto (per ingrandirla clicca qui)

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