L’Etna e le fratture del mondo, una mostra al Blitz Valletta

La pandemia ci mostra un lato della società che gli artisti avevano già visto e trattato. Così nasce The Eye of the Storm, che si insinua nel nostro rapporto con portali come Facebook, Instagram, Netflix e Amazon, e ci porta nell’occhio del ciclone, dove con finta calma si espongono i falsi miti del capitalismo, dalla crescita esponenziale all’antropocentrismo. Dal 4 novembre è online A Fragmented World, la nuova opera d’arte video sul sito di Blitz Valletta, basata sulla Teoria delle Fratture e concentrata sul case study Monte Etna.

Nel suo offrirsi come ricostruzione di una realtà aderente e al contempo poetica, A Fragmented World (2016) è una rappresentazione estrema dell’esperienza di coesistenza, dove una crisi non è altro che un’altra forma dell’abitare.

Stiamo conoscendo un mondo nuovo, che era stato più volte preconizzato ma che chi avrebbe potuto fare qualcosa ha deciso di ignorare (come continua a fare finché sarà possibile). Invece parte del mondo dell’arte intende rispondere in modo appropriato a quello che sta accadendo e sembra prepararsi a quello che verrà. Adeguandosi a questo mutato contesto, Blitz Valletta presenta A Fragmented World di Elena Mazzi / Sara Tirelli, in free streaming fino al 7 dicembre, nell’ambito della mostra online The Eye of the Storm .

The Eye of the Storm è una mostra concepita a Marzo 2020, quando abbiamo dovuto chiudere Blitz da un giorno all’altro e rimandare il nostro programma artistico in galleria a data da destinarsi”, dice a Molto Malta la curatrice Sara Dolfi Agostini. “Ci siamo subito rese conto che non potevamo semplicemente chiudere – la pandemia ci stava mostrando un lato della società che gli artisti avevano già visto e trattato. Ed è così che è nata questa mostra online di arte video che si insinua nel nostro rapporto esclusivo con portali come Facebook, Instagram, Netflix e Amazon, e ci porta dritti dritti nell’occhio del ciclone, laddove con finta calma si espongono i falsi miti del capitalismo, dalla crescita esponenziale all’antropocentrismo.

Elena Mazzi / Sara Tirelli, A Fragmented  World, 2016, One channel, b/w, sound, 5’ 09”, Production still, Courtesy the artists and Galleria Ex Elettrofonica, Roma

A Fragmented World (2016) è ispirato dalla Teoria delle Fratture, studiata in laboratorio dallo scienziato Bruno Giorgini per oltre vent’anni. Secondo la teoria, predire la anatomia di una frattura permette di anticipare lo scoppio di una crisi o di una catastrofe. Tuttavia, nonostante dedizione e impegno, Giorgini non è mai riuscito a determinare una formula esatta. Così, prima di andare in pensione, cinque anni fa, ha proposto alle due artiste di riprendere laddove la scienza si era arenata, e applicare il concetto della frattura a un paesaggio geopolitico specifico per raggiungere un altro tipo di risultato con gli strumenti dell’arte. Elena Mazzi e Sara Tirelli hanno scelto come caso studio il Monte Etna, il vulcano più attivo d’Europa, la cui energia produce rotture e spostamenti continui in un paesaggio che – nonostante tutto – è stato ed è ancora oggi abitato.

Elena Mazzi / Sara Tirelli, A Fragmented World, 2016, One channel, b/w, sound, 5’ 09”, Production still, Courtesy the artists and Galleria Ex Elettrofonica, Roma

A causa dell’instabilità dell’Etna, l’Istituto Nazionale di Vulcanologia monitora costantemente le sue eruzioni e ogni dieci anni utilizza i dati collezionati per mappare nuovamente la superficie geologica dell’area. Scegliendo queste immagini scientifiche come punto di partenza, e collaborando con numerosi esperti tra cui lo stesso Giorgini, le artiste hanno impiegato un drone e altre tecnologie per filmare un corridore mentre affronta le fratture del cratere principale dell’Etna, un terreno labirintico e in continua evoluzione. L’opera, in bianco e nero, possiede un’estetica senza tempo, che accentua il senso di una ripetizione inesorabile nell’ambito della relazione umano-natura. Ispirata infatti agli allineamenti quotidiani del corridore sulle pendici del vulcano, l’opera non ha copione, inizio o fine. Nel suo offrirsi come ricostruzione di una realtà aderente e al contempo poetica, A Fragmented World (2016) è una rappresentazione estrema dell’esperienza di coesistenza, dove una crisi non è altro che un’altra forma dell’abitare.

Sara Dolfi Agostini, curatrice d’arte contemporanea a Blitz Valletta

“Con sei opere in free streaming sul sito di Blitz Valletta per un mese ciascuna da giugno scorso, questa mostra ci racconta i difetti e le assurdità della nostra società – nei sistemi sociali, economici e ambientali. Per chi si è perso le prime cinque, dal 7 al 31 dicembre saranno tutte nuovamente disponibili per una riflessione su questo 2020 che ci stiamo per lasciare alle spalle (con catalogo scaricabile gratuitamente), nella speranza che questa pandemia ci imponga una nuova sensibilità per il futuro, oltre naturalmente a un uso responsabile delle mascherine”, continua Dolfi Agostini, che ci lascia con una domanda che è soprattutto un invito alla responsabilità: “The world is teeming. Anything could happen affermò l’artista, compositore e pioniere della musica contemporanea John Cage. Come vogliamo contribuire?”_

 

Altri articoli su Blitz Valletta:
Blitz, i fantasmi dei turchi e quelli dell’immaginario 9 maggio 2019
Ritorno al Blitz: il disagio dell’abbondanza 5 agosto 2019
Malta, in tempi bui si sogni a occhi aperti giovedì, 9 luglio 2020