In occasione della Giornata internazionale per l’aborto sicuro (28 settembre), la coalizione Voice for Choice ha attraversato le strade della Valletta per chiedere al governo di depenalizzare l’aborto.
Attivisti e semplici cittadini hanno marciato per le strade principali della capitale per l’Abortion Rights Rally, organizzato ogni anno dalla coalizione Voice for Choice. L’evento quest’anno ha segnato anche il quinto anniversario del gruppo, fondato nel 2019, e si è concentrato sulla richiesta di azioni concrete da parte dello Stato, nello specifico la depenalizzazione dell’aborto. La coalizione ha spiegato che è necessario agire per migliorare la grave situazione maltese. Appena l’anno scorso, una donna è stata perseguita per aver abortito dopo essere stata denunciata alla polizia dal suo partner violento. Quest’anno, almeno due donne sono state indagate o accusate dopo essere state denunciate da professionisti o servizi che teoricamente dovrebbero sostenerle. “La situazione sta diventando insostenibile”, dichiarano gli attivisti.
Voice for Choice ha criticato il governo per aver fatto marcia indietro sul Disegno di Legge 28, che era stato concepito per rendere le leggi maltesi sull’aborto leggermente meno restrittive. “Invece di cogliere l’opportunità, il governo ha emanato una legislazione rischiosa e complicata. La coalizione crede anche che, poiché il Disegno di Legge 28 è stato approvato, le persone possano avere la percezione che l’aborto non sia più un problema su cui concentrarsi – ma non è così” denuncia Voice for Choice. Ogni anno infatti centinaia di residenti maltesi abortiscono – la maggior parte gestendo la procedura autonomamente con pillole abortive a casa. Sebbene tali farmaci (mifepristone + misoprostolo) siano sicure dal punto di vista medico e incluse nell’elenco dei farmaci essenziali dell’OMS, utilizzarle per interrompere una gravidanza a Malta è illegale.
Durante la manifestazione sono stati distribuiti volantini con informazioni sui servizi di supporto per l’aborto disponibili per chi risiede a Malta. L’organizzazione Voice for Choice ha messo in guardia le donne a parlare del proprio aborto con professionisti e servizi diversi da quelli indicati nel volantino, poiché le donne vengono denunciate. Gli unici servizi garantiti sono: i Family Planning Advisory Services (FPAS), i Doula Support Services, Women on Web, Women Help Women e l’Abortion Support Network.
Durante l’evento hanno preso la parola: la dottoressa olandese e attivista per i diritti delle donne Rebecca Gomperts, fondatrice di Women on Web e Women on Waves; l’attivista irlandese LGBTIQ+, socialista e femminista Ailbhe Smyth, che ha co-diretto la campagna irlandese che ha vinto il diritto all’aborto nel 2018; e il collettivo basato in Repubblica Ceca Ciocia Czesia, che aiuta i residenti polacchi ad accedere agli aborti.
Durante la manifestazione, Doctors for Choice ha presentato le foto di 65 donne, uomini trans e persone non binarie, maltesi o che hanno vissuto a Malta per anni. Un terzo di loro ha avuto un aborto. Decidendo di esporsi, non vogliono più rimanere nascosti, ma scelgono invece di condividere i loro nomi e volti. Il messaggio è potente e altri sono invitati a unirsi a loro e a far parte di questo movimento.
“I divieti sull’aborto non fermano e non fermeranno mai gli aborti. Servono invece a spaventare le persone sulle conseguenze legali, facendole sentire stigmatizzate ed emarginate”, hanno ricordato i rappresentati di Voice for Choice, promettendo di continuare a lottare per depenalizzare l’aborto, che va reso disponibile e accessibile anche a Malta, e deve essere libero da stigma.
Le 13 organizzazioni raccolte in Voice for Choice sono:
Academics for Choice
aditus foundation
Doctors for Choice
Grandparents for Choice
Lawyers for Choice
Malta Humanists Association
Men Against Violence
Malta LGBTIQ+ Rights Movement, MGRM
Moviment Graffitti
Parents for Choice
Students for Choice
Women’s Rights Foundation
Young Progressive Beings
Per una panoramica sulla condizione femminile a Malta, leggi anche:
–Misoginia istituzionale a Malta saudita
–Aborto: primo raduno pro-choice nella storia di Malta
–La condizione delle donne a Malta – intervista
–Titolo sessista? Forse. Il giornale fa comunque mea culpa
–Malta, quando l’oscenità negazionista ha il volto della legge
–Donne incinte, attenzione! Una vacanza a Malta può costarvi la vita
–Dopo caso Prudente, 135 medici firmano “judicial protest” per chiedere modifica leggi aborto