Le persone intersex e il diritto di esistere

Malta è stato il primo Paese europeo a promulgare una legge a difesa dell’integrità fisica delle persone intersex. Ad oggi è ancora uno dei pochissimi e quello con la legislazione più forte sul tema.

 Un fotogramma del film Arianna 

Quando si tocca la sfera sessuale di un individuo – inclusa la stessa identità – le ingerenze della famiglia, delle religioni, e anche quelle normative di un presunto sapere scientifico sono massicce, com’è evidente nella storia recente e attuale. Meno di tre anni fa, era il settembre 2016, un invasivo intervento chirurgico di assegnazione del sesso a un* neonat* (proprio in questo caso l’asterisco è d’obbligo) veniva presentato con toni trionfalistici dalla stampa, come un grande successo della medicina.

“Eccezionale intervento di cambiamento di sesso su un bambino di due anni al Policlinico di Palermo” si poteva leggere su varie testate (ad esempio qui, qui e qui). “Il piccolo era stato dichiarato femmina alla nascita, ma dopo gli accertamenti nel reparto di Neonatologia dell’ospedale universitario hanno accertato che il suo corredo cromosomico era quello di un maschio”. Un’équipe medica multidisciplinare aveva quindi deciso di “ricostruire i genitali maschili del bambino” e asportare “l’abbozzo di apparato femminile”. Meno di un mese dopo era approdata al senato una giusta interrogazione parlamentare.

L’ansia anagrafica e sociale di incasellare il/la neonat* in un sistema binario dei sessi e di poter dire maschietto o femminuccia prevale ancora sulla consapevolezza che possono aver contribuito a creare anche opere di narrazione, come il romanzo Middlesex (Jeffrey Eugenides, 2002) e i film Arianna (Carlo Lavagna, 2015), l’argentino xxy (Lucía Puenzo, 2007), il documentario Intersexion (Grant Lahood, 2012).

Eppure le statistiche parlano chiaro: l’esistenza di bambin* intersex alla nascita è più diffusa di quanto non si creda. Si parla dell’1,7%, 17 nuovi nati ogni mille. “Sono cifre oggetto di dibattito, dato che dipendono dalla definizione stessa di intersex” ricorda Silvan Agius, oggi direttore dello Human Rights and Integration Directorate. “Lo spettro compreso nella definizione può essere molto ampio e quindi anche i numeri. In ogni caso, fossero anche una persona ogni duemila, come dicono altre statistiche, si tratta di una quantità nettamente superiore a quella che saremmo portati a credere sulla base delle informazioni che ci arrivano da come è strutturata la società. E, fosse anche una, i diritti della persona devono comunque essere considerati inviolabili”.

 Silvan Agius, redattore del Gender Identity, Gender Expression and Sex Characteristics Act

Agius è stato il creatore della legge maltese che tutela, tra le altre cose, il diritto all’integrità fisica e all’autonomia di scelta delle persone intersex, entrata in vigore nel 2015.

“Malta ha fatto un eccellente lavoro e si conferma leader indiscussa in termini di ricerche e proposte su questi temi, non a caso è al primo posto della graduatoria Ilga Europe” spiega Leonardo Monaco, segretario di Certi diritti, associazione che lavora sul tema da anni. “Su questo punto resta un esempio da seguire”.

E infatti l’esempio è stato seguito dal Portogallo, sebbene solo parzialmente. In Italia invece c’è ancora tanta strada da fare, sebbene, per ammissione dello stesso Monaco, c’è un dialogo in corso con alcuni medici, purtroppo ancora pochi. “Ma anche il corpo medico ha bisogno di linee guida sulle quali muoversi quando si deve interagire con genitori che si aspettano risposte univoche e definitive”.

Proprio l’orientamento dominante nel mondo medico è invece, secondo il collettivo intersexioni, responsabile degli abusi sulle persone intesex. In tweet successivi alla prima pubblicazione di questo articolo, l’associazione dice infatti che “linee guida internazionali e protocolli nazionali ci sono, ma sono ancora informati da forte patologizzazione”. E ricorda un precedente caso siciliano risalente al febbraio 2014 come esempio di sensazionalismo mediatico e interventismo medico.

In ogni caso, l’interrogazione al Senato non ha mai ricevuto risposta._

 

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