Malta, ennesima strage di specie protette col benestare del governo

“Un racket che opera indisturbato col placet del governo maltese” accusa Birdlife Malta dopo i vergognosi accadimenti della notte. “Affari loschi che coinvolgono cacciatori, politici e forze dell’ordine”.

Le atrocità di cui – fra amicizie e favori personali – la classe politica maltese si rende protagonista è un vero schiaffo alla decenza, alla legge, alla vita. E anche all’Europa.

Due dei quattro rapaci recuperati ancora in vita. Foto Birdlife Malta

È ora di aprire gli occhi su cosa sia realmente Malta, e di considerare una serie di circostanze prima di decidere a venire a passare le vacanze da queste parti, perché forse solo in caso di una minaccia per il turismo, il governo del premier Robert Abela inizierà a prendere qualche provvedimento e a farlo rispettare.

Questo l’ultimo sanguinoso episodio cui hanno assistito ieri a Delimara i volontari di BirdLife Malta: l’orribile strage di un intero stormo di rapaci protetti dalla legge. “Ieri poco prima del tramonto un posatoio di circa 30 rapaci, principalmente falchi di palude occidentali (Bagħdan Aħmar), era stato avvistato nei campi a Tas-Silġ, a Delimara, ai margini di Marsaxlokk. La presenza di alcuni cacciatori aveva richiesto una sorveglianza notturna da parte delle nostre squadre” denuncia Birdlife Malta. “Poche ore dopo il tramonto, si sono uditi degli spari e attraverso il visore notturno il massacro è stato videoregistrato. La polizia è stata informata e dopo un bel po’ una squadra dell’Unità di intervento rapido (RIU) – e non agenti dell’Unità di protezione ambientale (EPU) – è arrivata sul posto incerta sul da farsi e troppo tardi per catturare i colpevoli”.

Inettitudine o connivenza, ci si potrebbe chiedere, se la risposta non fosse chiara una volta acquisite tutte le informazioni.

Alle prime luci del giorno l’area è stata perquisita e sono stati recuperati cinque falchi di palude, quattro dei quali erano ancora vivi ma feriti, mentre uno era morto.

Il Ceo di Birdlife Malta Mark Sultana

Il CEO di BirdLife Malta Mark Sultana non fa sconti: “Inutile girarci intorno, questo massacro è responsabilità di coloro che hanno concesso amnistie ai cacciatori che dichiaravano oltre 500.000 uccelli protetti nelle loro collezioni di tassidermia. È colpa della Wild Birds Regulation Unit (WBRU) che ha miseramente fallito nel controllare queste liste dichiarate. Questi elenchi hanno smesso di essere controllati consentendo ai cacciatori di uccidere uccelli protetti  e di inserirli nelle  collezioni loro o di quanti sono pronti a pagare per l’esemplare. C’è un racket inaccettabile in corso con la benedizione del governo del Paese. Perché secondo voi i cacciatori stanno uccidendo questi uccelli protetti? Perché un giovane uccide quattro fenicotteri a Qawra Point e salta in mare per recuperarli? Come mai due membri della famiglia e noti tassidermisti a Gozo vengono trovati ripetutamente con carcasse, ma non vengono perseguiti grazie a scappatoie legali? Come si spiega che uno di questi tassidermisti si stato visto quotidianamente con il ministro Clint Camilleri durante la campagna elettorale e la polizia non riesca però a trovarlo per dargli la notifica delle sedute del tribunale? Questo è un grande racket che coinvolge cacciatori, politici e forze dell’ordine”.

Nicholas Barbara di Birdlife annuncia: “Resisteremo e saremo il più possibile presenti nelle campagne per aiutare a proteggere gli uccelli migratori. Presenteremo anche un rapporto dettagliato alla Commissione europea su questo specifico incidente, e altri del recente passato, insieme a un’istantanea della situazione in corso relativa ai citati condoni del passato che sono la causa del dilagante e crescente caccia illegale di specie protette a Malta”._

 

Sul complicato rapporto di Malta con gli animali:
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Sulle politiche ambientali a Malta:
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