È l’accusa mossa dall’‘Associazione Storia e Cultura Birzebbuġa, che rende noto di aver formalmente inviato al primo ministro maltese Robert Abela una lettera in data 14 ottobre in merito all’area di Wied Żnuber a Ħal Far, zona di cruciale importanza ecologica e archeologica nella quale si intenderebbe creare una pista di atterraggio per modellini di aeroplani.
Si tratta della quarta missiva indirizzata al premier laburista, che fa seguito a tre precedenti comunicazioni inviate il 24 febbraio, l’11 marzo e il 10 maggio (seguite da alcuni ulteriori solleciti) che non hanno mai ottenuto risposta.
“Esortiamo il Primo Ministro a mantenere la promessa elettorale fatta giovedì 17 marzo 2022 a Birżebbuġa, quando ha chiaramente dichiarato che nessuno sviluppo avrebbe avuto luogo a Wied Żnuber e che l’area circostante il fondovalle sarebbe stata dichiarata non edificabile” dice la nota. “Nonostante questo chiaro impegno, il progetto non è stato ancora ufficialmente ritirato”.
L’associazione precisa che i cittadini e gli enti interessati non sono stati mai consultati su questo sviluppo del suolo pubblico e che non è stato condotto alcuno studio di valutazione dell’impatto ambientale. Għadqa Storja u Kultura Birżebbuġa ricorda anche che, per suo ruolo critico da un punto di vista ecologico e archeologico, questo sito era stato ben conservato durante il dominio britannico, ma negli ultimi anni è stato incluso nella zona industriale di Ħal Far. Un grave errore cui l’associazione chiede si ponga rimedio, tanto più che l’attività dei modellini aerei in prossimità di un sito Natura 2000 è contrari ai principi fondamentali sanciti dalla direttiva 92/433/CEE dell’UE.
Il Moviment Graffitti in un post di marzo definiva scioccante che si stesse progettando una cosa del genere proprio accanto a un sito Natura 2000; conosciuto dalle stesse autorità come un sito ecologicamente sensibile che ospita molte specie protette e una vegetazione importante. ”A due passi dal sito destinato all’aeroporto si trovano le scogliere dove nidificano berte e aironi, colonie di uccelli protetti molto sensibili alla luce e al rumore e che sono già in pericolo”.
Da un punto di vista archeologico, nel sito sono presenti reperti quali un dolmen, un ricovero militare, antichi canali d’acqua e fosse preistoriche che venivano utilizzate nei riti di sepoltura.
Durante il dominio britannico, il dolmen venne circondato da un’apposita struttura protettiva.
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