Malta, Voice for Choice chiede depenalizzazione aborto

In occasione della Giornata internazionale per l’aborto sicuro (28 settembre), la coalizione Voice for Choice ha attraversato le strade della Valletta per chiedere al governo di depenalizzare l’aborto.

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Dopo caso Prudente, 135 medici firmano “judicial protest” per chiedere modifica leggi aborto

Dopo il trattamento assurdo – ma a Malta tristemente consueto – subito la scorsa settimana da Andrea Prudente, 135 medici hanno intrapreso un’azione giudiziaria per chiedere che le vetuste leggi in tema di aborto vengano cambiate.

Due militanti di Doctors for Choice alla manifestazione del settembre 2019
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Donne incinte, attenzione! Una vacanza a Malta può costarvi la vita

Se siete in stato di gravidanza, pensateci bene prima di decidere di viaggiare verso le isole maltesi. Potreste non tornare vive.

La cittadina Usa e il compagno bloccati in ospedale
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Esce “Mur Ġibek”, “Esercizi di sevizia e seduzione” in maltese

Attraverso un ribaltamento di ruoli che passa dalla riscrittura di pagine di testi più o meno classici della letteratura mondiale — dall’Antico testamento (Giudici, 19) ad Arancia meccanica — Ignazia Gugliaro mette in evidenza come sia considerata normale, anzi “naturale”, la violenza sessuale sulle donne e quanto invece sembri assurda, inaccettabile e di gran lunga più mostruosa quella stessa violenza quando a subirla — specie se per mano di una donna — è un uomo.

Le copertine del romanzo tradotto e di quello originale

Con il titolo Mur Ġibek – che potrebbe suonare come “Mettitici tu [al posto mio]” – il mio secondo romanzo, Esercizi di sevizia e seduzione, esce a Malta nella traduzione di M.A. Vella per la casa editrice Horizons. Ignazia ne è la protagonista. Il libro è stato pubblicato in Italia da Mondadori nel 2013.  Continua a leggere



Malta, quando l’oscenità negazionista ha il volto della legge

L’anno a Malta, un Paese già non particolarmente sollecito nei confronti dei diritti delle donne, è iniziato nel peggiore dei modi: il brutale omicidio di una donna che ha fatto seguito alla violenza sessuale ai suoi danni. Alla madornale gravità dell’accaduto si aggiunge poi l’onta di forze dell’ordine che sembrano non sapere di cosa parlano.

Una cittadina depone fiori sul luogo dell’omicidio

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Prostitute imprenditrici al tempo dei Cavalieri

Nel maggio 1771, una giovane di Mqabba, villaggio del sud di Malta, fuggì di casa per allontanarsi dal padre oppressivo e si recò alla Valletta dove, attraverso l’esercizio della prostituzione (tredici i clienti documentati) ebbe la possibilità di assaporare la dolcezza di un breve periodo di libertà. Il padre – offrendo 10 scudi a chiunque gli fornisse informazioni sulla figlia, la quale in quei giorni veniva regolarmente vista in giro per taverne a bere a mangiare dolci ben dopo la mezzanotte – riuscì a rintracciarla e a costringerla a sposare un uomo di Żejtun, altro villaggio del sud. I tredici clienti vennero costretti a pagare una multa che andò ad alimentare la dote della ragazza.

A monte di scelte come questa non stava certamente la mancanza di un sostegno economico maschile, bensì tante diverse possibili aspirazioni di autonomia, tutte irrealizzabili allora per donne “per bene”.

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La condizione delle donne a Malta – intervista

Intervista a Lara Dimitrijevic

«Stiamo vivendo un tempo molto pericoloso per le donne, è in corso una vera e propria guerra, a livello politico, in America, Turchia, Ungheria, Polonia…». Lara Dimitrijevic non fa sconti al presente, in particolare alla sua Malta.

 Lara Dimitrijevic alla Valletta. Foto MaltaToday/Ray Attard

Avvocata quarantenne e ideatrice della Women’s Rights Foundation, associazione per i diritti delle donne che oggi a Malta si trova ad affrontare sfide sempre più complesse, Dimitrijevic è in prima linea contro discriminazioni e violenza di genere, e quindi anche per il diritto all’aborto, in una società fortemente patriarcale in cui interrompere una gravidanza è un reato, anche in caso di stupro, abuso in famiglia, coinvolgimento di minori, rischio di vita della madre.  Continua a leggere



Le mie cose a Malta

Pur di non pronunciare la parola mestruazione, in molte lingue si fa ricorso a tante diverse metafore, spesso regionali. In Italia, se una donna ha le mestruazioni, le ha fatto visita il marchese, è venuto a trovarla Giacomino, è genericamente indisposta. A volte è addirittura ferita, oppure ha “il ciclo”, che in realtà dovrebbe indicare l’intero periodo che intercorre tra una mestruazione e l’altra e che include l’ovulazione. Insomma, ha “le sue cose”, come se le cose di una donna fossero unicamente legate al flusso di sangue ed endometrio rilasciato dalla sua parete uterina.

 mestruare, mestruale, mestruo sul dizionario inglese-maltese

Anche l’inglese period è una figura retorica all’insegna della vaghezza. Il tabù legato al sanguinamento mensile femminile è tale che nella lingua maltese non si rinviene un termine che lo indichi con precisione. O meglio, il termine c’è, menstrwazzjoni, ma è strettamente medico, mai usato nella lingua parlata, per la quale si fa appunto ricorso all’inglese period o a qualche eufemismo vernacolare come ġieha, le è venuto; o qiegħda bih, ce l’ha.

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