Un braccio di ferro che – una volta ripreso – va avanti da lunedì 22 marzo quello fra chi fa gli interessi dei costruttori e coloro che invece si impegnano per la salvaguardia di ambiente e reperti architettonici medioevali. Molto Malta ne aveva parlato già qualche mese fa, sottolineando l’assurdità della scelta di Sradicare alberi secolari per fare spazio ad altre strade, su un’isola già povera di verde e soffocata da auto e terreni edificati.
Un attivista si oppone col suo corpo al macchinario. Ricorda qualcosa?
La scorsa settimana, Infrastructure Malta è riapparsa a Dingli per tentare di costruire una strada sui campi odz, outside development zone, che dovrebbero cioè essere tutelati dall’espansione edilizia. Agricoltori, residenti e cittadini sensibili al tema ambientale sono quindi tornati a riunirsi lì per protestare, pur mantenendo le distanze sociali. Oltre ai campi, questa strada “che non porta da nessuna parte” – come ricordano gli attivisti – distruggerà carrubi di oltre 300 anni e metterà in pericolo una cappella medievale.
“È una cappella medievale che, restaurata, potrebbe essere un’oasi di pace In un ambiente rurale” dice Arnold Cassola, docente universitario ed ex leader della formazione ambientalista Alternattiva Demokratika. “Invece ci costruiamo una strada asfaltata davanti per soddisfare le varie esigenze commerciali del barone feudatario del luogo, il ministro Ian Borg, che sguinzaglia il suo mastino Frederick Azzopardi di Infrastructure Malta per arrecare il maggior danno possibile all’ambiente bucolico esistente.”
Caduta finora nel vuoto la richiesta di un incontro con Borg per poter aver accesso ai documenti relativi al piano di sviluppo, il gruppo di attivista Moviment Graffitti fa sapere di non avere alcuna intenzione di sospendere la protesta, ricordando che l’agenzia statale Infrastructure Malta ha fatto irruzione nell’area senza i permessi necessari e senza aver discusso adeguatamente l’espropriazione con proprietari dei terreni e sottolineando come nessun piano ufficiale sia stato reso pubblico.
Moviment Graffitti denuncia anche il bullismo come metodo sistematico dell’agenzia. “Non siamo sorpresi [dalla mancata risposta alla proposta di incontro]” dicono gli attivisti. “Crediamo che Infrastructure Malta non abbia il coraggio di dire a Dingli e ai suoi residenti quali sono i suoi piani, ma preferisce invece il bullismo, l’arroganza e l’uso di macchinari pesanti per zittire i residenti. Ma questo non accade solo a Dingli. Chiedete ai residenti e ai contadini di Imrieħel, Burmarrad, Luqa, Żebbuġ, Gozo, e vi racconteranno storie di distruzione sfrenata, bugie e minacce“.
Oltre a richiedere la pubblicazione dei piani ufficiali per la nuova strada a Dingli, Moviment Graffitti ha anche evidenziato come non ci siano informazioni su quanto terreno odz andrà perso, e ha chiesto garanzie contro l’ulteriore sradicamento degli alberi. Risulta anche da dichiarazioni alla stampa rilasciate da terzi e dalle testimonianze dei residenti e degli stessi agricoltori che l’affermazione del ministro Borg circa una presunta risoluzione di tutte le questioni di esproprio è del tutto infondata.
“Infrastrutture Malta ha abusato del suo potere, cercando di calpestare un’intera città e i suoi cittadini, senza che nessuno sapesse perché tutto questo sta accadendo. Le preoccupazioni e le domande sollevate con Infrastructure Malta sono state accolte con silenzio, arroganza e scuse. Questo silenzio è ciò che consente loro di costruire una strada su odz senza permessi e senza alcuna giustificazione “.
La situazione di stallo ha visto anche un paio di incidenti significativi: un operatore di Infostructure Malta ha messo in pericolo la vita di due attivisti e un altro ha brandito una motosega a pochi centimetri dal piede di un altro attivista. Un residente ha poi denunciato molestie da parte di funzionari dell’agenzia, con una serie di telefonate al suo numero personale, chiedendogli di presentarsi negli uffici di IM accompagnato da un avvocato, senza spiegare quale autorità ha l’agenzia statale per convocare i cittadini nei suoi uffici con quella che sembra, secondo gli attivisti, una vera e propria azione punitiva._
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