Molti maltesi chiedono rispetto per l’ambiente, ma la politica e il mondo degli affari restano indifferenti. In un’isola così poco estesa e così densamente popolata, la questione assume connotati particolarmente gravi. Non è un caso che nelle ultime settimane si siano succedute diverse manifestazioni e proteste contro l’edilizia selvaggia, la sordità all’allarme climatico, l’uccisione indiscriminata di animali selvatici.
L’ultima, sabato 18 settembre, quando Extinction Rebellion Malta, in collaborazione con Fridays For Future Malta, ha protestato a Castilla Square davanti alla sede del governo in vista dello sciopero globale per il clima che si terrà questa settimana. Lo sciopero, ricorda l’organizzazione, “è stato organizzato in parte come risposta all’ultimo rapporto dell’IPCC, che rappresenta una condanna senza appello a decenni di inerzia da parte dei politici sul clima e sul degrado ecologico”.
Le richieste dei manifestanti sono:
- Decarbonizzazione rapida: piena decarbonizzazione entro il 2030
- Inversione della perdita di biodiversità
- Fine del “business as usual” e passaggio a un’economia del benessere
- Promuovere la mobilità sostenibile e allontanarsi dalla dipendenza dall’auto
- Solidarietà con le persone e le aree più colpite
- La creazione di un’Assemblea dei cittadini sul clima
Con la protesta, le organizzazioni chiedono al governo anche di investire i consigli locali e i cittadini dell’autorità necessaria nell’ambito delle decisioni che riguardano direttamente le loro comunità.
A questo si ricollegano altre proteste, come quella dello scorso 11 settembre, l’ultima di una serie, quando i residenti di Marsaskala e i cittadini preoccupati di Malta e Gozo si sono riuniti per la terza volta in tre settimane per esprimere la loro rabbia contro i piani di Transport Malta per una Yacht Marina nella località. Con una nuotata di protesta i cittadini hanno voluto dire che non accetteranno di essere derubati dei loro spazi pubblici in continua diminuzione che sono vitali per la salute, le attività ricreative, le attività culturali, l’ambiente e la qualità della vita.
Nei piani di Transport Malta c’è infatti la trasformazione della baia di Marsaskala in un enorme parcheggio per yacht. Le autorità hanno tuttavia rifiutato di accogliere la richiesta di ritiro del bando per il porto turistico, rilasciando invece, secondo quanto dichiarato da Moviment Graffitti “dichiarazioni ambigue su processi di consultazione inesistenti”.
Inaccettabile indifferenza alle specie aviarie protette
In questo contesto già disastroso, la vita della fauna (inclusi quella in via d’estinzione) è resa dura anche dall’impunità dei cacciatori che, come denuncia Birdlife Malta, uccidono anche esemplari di specie protette. Un capovaccaio tutelato da un programma italiano di reintroduzione della fauna selvatica in Italia, che è arrivato il 14 settembre nelle isole maltesi per riposare e questa è stata la fine della sua migrazione. I rapporti indicano che l’uccello in via di estinzione è stato abbattuto a Dingli. Il capovaccio, una femmina che era stata chiamata Isabel, era una giovane esemplare nata in cattività lo scorso giugno ed era alla sua prima migrazione dopo la sua liberazione il 20 agosto._
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