Coronavirus, i primi morti a Malta

Anche Malta ha i suoi morti di Covid 19, due persone sono infatti decedute fra ieri e oggi. Con i 38 casi comunicati stamane, il totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia sale a 337.

 Un’immagine del Mater Dei, l’ospedale principale di Malta 

Ricordiamo che il primo caso era stato comunicato il 7 marzo e si trattava di una ragazzina italiana residente a Malta che faceva ritorno da una vacanza in Trentino. Per un po’ la natura di casi importati di contagio, così li definivano le autorità, ha indotto il governo a un approccio che era apparso a molti piuttosto lasco, tanto che già l’11 marzo il corriere di Malta – alla luce di quanto era stato visto accadere in Italia – aveva lanciato una petizione per chiedere l’isolamento, il lockdown totale. Ma il lockdown ancora oggi non c’è, anche se il contagio è da un bel po’ di tempo riconosciuto come risultato di trasmissione locale. 

Come se non bastasse, nonostante l’emergenza e nonostante il parere contrario del sindacato della Polizia, domani 10 aprile e fino al 30, circa 7000 maltesi saranno liberi di andare a caccia di quaglie.

In precedenza, citando un editoriale del Maltatoday, si era parlato di due gruppi di potere che appaiono intoccabili nel Paese: cacciatori e costruttori. Anche l’edilizia infatti non si è fermata e nessuno controlla che fra gli operai del settore si rispettino le essenziali norme di prudenza, il cosiddetto social distancing. Ieri un lettore del blog, operaio nel settore dell’edilizia, ha inviato alcune foto scattate da lui un paio di giorni fa e che mostrano una totale mancanza dei tanto invocati atteggiamenti di prudenza. File serratissime di aspiranti lavoratori a giornata che si uniscono agli impiegati del cantiere. Il lettore dice di aver scattato le foto nella zona di Luqa.

 Le foto inviate dal lettore che chiede di restare anonimo.

Cacciatori, costruttori ma anche gioco d’azzardo, come aveva detto nei giorni scorsi un altro lettore. Insomma, nonostante le autorità lancino spot che invitano tutti alla prudenza, alcune categorie sembrano potersi permettere di esporre i propri dipendenti al rischio di contrarre questa infezione di cui ormai, anche a nelle isole maltesi, si muore._

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